L’episodio nel libro di Giancarlo Pellegrini
“Paruccini – ricorda il prof. Giancarlo Pellegrini nel suo ultimo libro 1944 – Violenze e stragi nazifasciste nell’Eugubino-Gualdese -, oltre che vigile del fuoco, era vice presidente della Gioventù italiana di Azione cattolica, associazione che, per il giovane Paruccini, fu palestra di formazione spirituale e civile, sollecitandolo a un forte impegno nella Chiesa, nella famiglia, al servizio degli altri e della comunità civile. Con spirito di generosità e disponibilità anche Paruccini dall’impegno socio-religioso si preparava all’impegno politico-civile e ne dette prova quando generosamente accettò dal vescovo Ubaldi l’incarico di portare pane e viveri alla prima Cappella del monte Ingino per gli ostaggi bloccati dai reparti militari tedeschi nella basilica di Sant’Ubaldo. Lo stesso vescovo Beniamino Ubaldi – scrive ancora Pellegrini – ha ricordato che il giovane «aveva accettato l’incarico con entusiasmo, sapendo di fare un’opera di carità» e che, quando egli accorse in ospedale, «le prime parole che mi disse furono: “Consoli i miei genitori: mi dia l’assoluzione, la benedizione!”». Prima di morire, allo sdegno di chi invocava vendetta nei confronti del tedesco che aveva sparato, Paruccini intese opporre, invece, che «bisognava perdonare»: il suo animo non serbava rancore e, nell’imminenza della morte, la sua raccomandazione era lo specchio della sua fede cristiana”.
Le celebrazioni di quest’anno per fare memoria
Per onorare la memoria e la testimonianza di Umberto Paruccini, venerdì prossimo 5 luglio, alle ore 18 nella prima “Capeluccia” del monte Ingino messa a disposizione dalla Famiglia dei Santubaldari, sarà celebrata la santa messa presieduta dal vicario generale diocesano don Mirko Orsini insieme ad altri sacerdoti eugubino. Saranno presenti il sindaco Vittorio Fiorucci con il gonfalone della città e autorità civili, militari e religiose. Al termine della celebrazione, l’amministrazione comunale deporrà una corona di alloro sulla stele che ricorda il luogo del ferimento mortale.