La preziosa reliquia che necessita di ulteriori studi è custodita a Roma dai Canonici regolari lateranensi, che a Gubbio costruirono l’abbazia di San Secondo, l’eremo di Sant’Ambrogio e si occuparono a lungo della basilica di Sant’Ubaldo, che dal gennaio 2020 è tornata sotto la loro custodia.
La mitria, conservata in una teca dorata con piedi leonini e crocetta apicale di bella fattura, è giunta a Gubbio lo scorso sabato 7 settembre, prelevata a San Pietro in Vincoli da un delegazione eugubina guidata dal vicario generale don Mirko Orsini e dal rettore della basilica di Sant’Ubaldo, don Giuseppe Ganassin.
Accolta in piazza Grande dal sindaco Vittorio Fiorucci, dal Vescovo Luciano Paolucci Bedini e dal suono del Campanone, la mitria ubaldiana è stata accompagnata in processione fino alla cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo.
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La mitria custodita a San Pietro in Vincoli a Roma è realizzata in seta e filo d’oro, ed è ornata dalle figure di due angeli e sei santi in formelle con cornice quadrilobata mistilinea, cioè formata da segmenti rettilinei e archi di curva. Le figure sono molto interessanti per il gusto e la tecnica di realizzazione. La mitria è stata oggetto di studio fin dal 1993 da parte degli esperti della Soprintendenza per i beni storici e artistici del Lazio e risulta databile al XV secolo proprio attraverso un’analisi stilistica delle figure.
“Di sicuro – spiega Filippo Paciotti, archivista diocesano e dei Canonici regolari lateranensi -, sarebbero necessari un approfondimento e un’analisi più accurata dei documenti in possesso negli archivi di San Secondo e di San Pietro in Vincoli per ricostruire la vicenda che ha portato questo straordinario bene artistico a raggiungere la Curia generalizia dei Canonici regolari lateranensi a Roma”.