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L’Omaggio all’Italia del 56° Festival delle Nazioni

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Città di Castello e Valtiberina,
dal 23 agosto al 7 settembre 2023

La cinquantaseiesima edizione del Festival delle Nazioni è dedicata all’Italia. L’omaggio al nostro Paese – che si articolerà in diciannove eventi dal 23 agosto al 7 settembre 2023, come di consueto nei luoghi d’arte più suggestivi di Città di Castello e dell’Alta Valle del Tevere – volgerà lo sguardo alla musica italiana del periodo che va dalla fine dell’Ottocento fino alla seconda guerra mondiale, con particolare attenzione alla temperie culturale e alla produzione musicale scaturita dagli eventi storici cruciali di quel momento. Un focus specifico sarà dedicato ai più importanti musicisti italiani della nuova generazione, nel momento in cui si stanno affacciando alla ribalta dei palcoscenici nazionali e internazionali: una caratteristica questa – la valorizzazione dei giovani talenti, l’opportunità di offrire loro un ulteriore trampolino di lancio nella delicata fase di avvio della loro carriera – che è da sempre una dei punti chiavi della ‘visione’ del Festival delle Nazioni.

I biglietti per i concerti del Festival delle Nazioni (da € 1,00 a € 20,00) sono in vendita online su www.vivaticket.it oppure nella biglietteria di Città di Castello in via Marconi 8a. Per ulteriori informazioni, ticket@festivalnazioni.com, 0758522823, 3498092046, www.festivalnazioni.com.

«La cinquantaseiesima edizione del Festival delle Nazioni dedicata all’Italia – sono le parole del sindaco di Città di Castello Luca Secondi e dell’assessore alla cultura Michela Botteghi – ci consente di proporre al pubblico un programma e una visione della città a 360 gradi: dalla musica all’arte, dalla storia alla cultura, dalle tradizioni alle eccellenze di cui Città di Castello è permeata. Alle spalle il cinquecentenario di Raffaello, in corso di svolgimento il cinquecentenario dalla morte di Luca Signorelli, con percorsi dedicati e collaborazioni istituzionali prestigiose, con il comune di Cortona e altri comuni dell’altotevere umbro, e altri grandi maestri del Rinascimento come ‘il Perugino’, il programma del Festival delle Nazioni si conferma sempre di ottimo livello qualitativo con proposte innovative, nel solco della tradizione. Attraverso la formula itinerante che spazia dalla valtiberina toscana all’altotevere umbro, dalla musica e all’arte, si metteranno in risalto la bellezza delle chiese, dei monumenti, delle strutture e dei luoghi dove si svolgono i concerti e le diverse rappresentazioni. Le istituzioni, il comune in testa, come dalle origini di questa manifestazione, faranno la loro parte nel valorizzare sempre di più eventi e iniziative che promuovono un territorio e una città che può vantare di essere punto di riferimento del Rinascimento e dell’arte contemporanea con il maestro Alberto Burri, un binomio davvero unico di cui andare orgogliosi».

«La cinquantaseiesima edizione del Festival delle Nazioni si inquadra nel progetto triennale, iniziato con la scorsa edizione, che vede esplorare la cultura musicale di nazioni che lasciarono una eredità culturale e linguistica nei territori conquistati nel periodo coloniale – spiega Aldo Sisillo, direttore artistico del Festival delle Nazioni –. Per quel che concerne l’Italia fu un periodo di produzione musicale in parte rimosso nella nostra memoria collettiva, in quanto celebrativo di avventure coloniali che per la loro crudezza stesero un’ombra sulla storia dello Stato italiano. Anche per questo la produzione musicale, che vide coinvolti tutti i più grandi compositori italiani – tranne pochissime eccezioni – che agirono fra le due guerre, è rimasta finora poco esplorata. Nel decennio precedente la seconda guerra mondiale furono organizzate numerose manifestazioni e concorsi cui parteciparono sia come compositori che come giurati i più importanti autori italiani: Alfano, Cilea, Zandonai, Pedrollo, Malipiero, Pizzetti, Mascagni e altri, con musiche per film, brani sinfonici e cameristici dai titoli suggestivi echeggianti immagini e avventure, in realtà poco gloriose, che comunque rimangono interessanti dal punto di vista storico e linguistico. Vi saranno anche testimonianze musicali e letterarie della resistenza etiope dell’epoca, e un originale concerto di musica reggae di Alborosie, interprete italiano di questo genere musicale, riconosciuto internazionalmente che ci porterà a conoscere la cultura rastafari che si ispira proprio all’eroe della resistenza al colonialismo, Hailé Selassié. Il secondo filone su cui si dipana la programmazione di quest’anno riguarda invece i giovani interpreti italiani che si stanno affermando a livello nazionale e internazionale, come Alexander Gadjiev (di Gorizia) vincitore del secondo premio al famosissimo Concorso Chopin di Varsavia nel 2021 e il violinista Giuseppe Gibboni (di Salerno) vincitore del Premio Paganini nel 2021. Accanto a loro ascolteremo nuovi talenti, promettenti brillanti carriere, che si esibiranno in un repertorio romantico e tardo romantico italiano ed europeo».

Infine il commento di Leonardo Salcerini, presidente del Festival delle Nazioni: «La musica nei luoghi più suggestivi dell’Alta Valle del Tevere, con programmi artistici sempre affascinanti, legati l’uno all’altro dal filo rosso di una progetto artistico di grandissima qualità. La presenza di artisti internazionali, con una particolare attenzione a quei giovani talenti che si sono distinti nei più importanti concorsi; la valorizzazione dei gruppi giovanili di musica da camera, nel delicatissimo momento dell’ingresso nel professionismo. Lo sguardo verso i più piccoli, la collaborazione con le istituzioni scolastiche del territorio. E tanto altro: il Festival delle Nazioni non solo non si smentisce, ma rilancia ancora una volta i suoi ‘numeri’, nonostante le tante criticità del momento. Non possiamo che essere orgogliosi, e convinti nel proseguire su questa strada».

Il cinquantaseiesimo Festival delle Nazioni avrà come ospiti l’Ensemble Micrologus con il progetto Signorelli e Perugino. L’arte gentile e l’armonia splendida; e l’UmbriaEnsemble con un concerto di musiche tra futurismo e passatismo. Spicca la presenza di due giovani ma già acclamati musicisti italiani, che si esibiranno in assolo: il violinista Giuseppe Gibboni e il pianista Alexander Gadjiev; così come quella del duo pianistico composto da Alberto Miodini e Pierapolo Maurizzi. C’è attesa per l’originale presenza dell’Atse Tewodros Project nel concerto Maqeda, un’iniziativa coordinata dalla scrittrice e performer Gabriella Ghermandi che presenterà in prima italiana alcuni brani della musica tradizionale etiope; e per il concerto di Alborosie, cantautore e beatmaker, artista reggae e rastafari italiano naturalizzato giamaicano. Due le compagini orchestrali: l’Orchestra Filarmonica Italiana e lo ‘storico’ complesso bandistico tifernate Filarmonica Giacomo Puccini; oltre alla Papillon Vintage Swing Band interprete la canzone italiana degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Debutteranno due produzioni originali: Inquietudini ruggenti. Il primo colonialismo italiano con testi a cura di Caterina Casini e Fabio Mangolini e musiche di Mattia Novelli in prima esecuzione assoluta, realizzato in collaborazione con i Laboratori Permanenti di Sansepolcro; e Ciondolino, opera in forma di concerto liberamente ispirata al racconto di Luigi Bertelli su libretto di Enrico Paci, con le musiche in prima assoluta di Stefano Garau: questa produzione vedrà il coinvolgimento del sistema scolastico musicale di Città di Castello. Quattro le formazioni giovanili che animeranno la programmazione: il trio di fisarmoniche Sirius Accordion Trio, e tre formazioni violino, violoncello e pianoforte: il Trio Aeonium, il Trio Rigamonti e il Trio Hermes. La canzone d’autore e la romanza da camera del Novecento italiano saranno protagoniste nel recital del soprano Yuliya Poleshchuk, del mezzosoprano Tamari Kirakosova e del tenore Anzor Pilia, accompagnati al pianoforte da Valeria Picardi, per un evento in collaborazione con l’Accademia internazionale d’arte lirica di Osimo. Si rinnovano infine due progetti fiore all’occhiello del Festival delle Nazioni: il Concorso Alberto Burri per gruppi giovanili di musica da camera, giunto alla sesta edizione, e gli Itinerari didattici musicali con l’Orchestra e i solisti della Scuola Dante Alighieri – Giovanni Pascoli di Città di Castello.

I biglietti per i concerti del Festival delle Nazioni (da € 1,00 a € 20,00) sono in vendita online su www.vivaticket.it oppure nella biglietteria di Città di Castello in via Marconi 8a, aperta dal 3 al 22 agosto dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.30 alle ore 19.30 (chiuso 6, 13, 14, 15 e 20 agosto); e dal 23 agosto al 7 settembre dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00. La biglietteria sul luogo del concerto aprirà un’ora prima dell’inizio dell’evento. Per ulteriori informazioni, ticket@festivalnazioni.com, 0758522823, 3498092046, www.festivalnazioni.com.

Lo spettacolo inaugurale del cinquantaseiesimo Festival delle Nazioni sarà un suggestivo intreccio tra musica e arte: in Signorelli e Perugino. L’arte gentile e l’armonia splendida, l’Ensemble Micrologus offrirà un omaggio ai due grandi pittori umbri del Rinascimento, nel cinquecentenario della loro morte. La formazione italiana specialista di musica antica, attiva dal 1984, proporrà musiche devozionali e cortesi legate alla cultura umanistica di questi due artisti immortali firmate da Alexander Agricola, Josquin des Prez, Domenico da Piacenza e composizioni di autori anonimi tratte dai manoscritti conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e dalla Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 23 agosto).

Si rinnoverà poi l’appuntamento con il Concorso nazionale Alberto Burri per gruppi giovanili di musica da camera, iniziativa fortemente voluta e apprezzata quale prezioso strumento di valorizzazione dei talenti emergenti. Anche in questa sesta edizione, la prova degli ensemble finalisti, selezionati dalla giuria tecnica, sarà aperta al pubblico (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 24 agosto).

Inquietudini ruggenti. Il primo colonialismo italiano è il titolo del nuovo spettacolo di parole e musica prodotto dal Festival insieme all’Associazione Culturale Laboratori Permanenti: la performance con testi a cura di Caterina Casini e Fabio Mangolini, sulla base della ricerca storica di Michele Casini, racconterà gli anni dell’inizio del colonialismo italiano con particolare attenzione alla colonizzazione italiana dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti, attraverso un viaggio tra i racconti dei coloni, la visione e la propaganda pubblica, i contrasti, le differenze, le storie di coloro che partirono. Uno spaccato inquieto di un’Italia poco nota, ricostruita anche grazie ai materiali custoditi nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Le voci recitanti di Caterina Casini e Fabio Mangolini dialogheranno con le musiche in prima esecuzione assoluta composte da Mattia Novelli, che saranno eseguite da Paolo Vaccari ai flauti, Gianluca Piomboni ai clarinetti e Catherine Bruni al violoncello (Sansepolcro, Cortile Santa Chiara, 24 agosto).

UmbriaEnsemble sarà l’interprete di L’Italia tra le due guerre, concerto che proporrà una panoramica di musiche di vari autori tra futurismo e passatismo. La rinomata compagine cameristica, modulandosi in diverse formazioni, proporrà due brani di Francesco Balilla Pratella, uno dei padri del futurismo in musica: il quartetto Giallo pallido e il quintetto Per un dramma orientale; poi la Barcarola et scherzo op. 4 per flauto e pianoforte di Alfredo Casella; l’elegia per archi Crisantemi di Giacomo Puccini; gli intermezzi per trio con pianoforte da Prigionieri e vulcani di Franco Casavola; infine il celeberrimo intermezzo di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 25 agosto).

Al Novecento italiano è dedicato il recital lirico realizzato in collaborazione con l’Accademia internazionale d’arte lirica di Osimo: il soprano Yuliya Poleshchuk, il mezzosoprano Tamari Kirakosova e il tenore Anzor Pilia, accompagnati dalla pianista Valeria Picardi, eseguiranno musiche della tradizione della canzone d’autore e della romanza da camera: i brani di grandi autori dell’epoca, Pizzetti, Respighi, Casella e Castelnuovo Tedesco, saranno affiancati ad autori minori come Domenico Alaleona o Mario Pilati, con canzoni dialettali permeate di ironia nei confronti della politica coloniale italiana (Umbertide, Museo Santa Croce, 26 agosto).

Vincitore del Concorso Alberto Burri 2022, il Sirius Accordion Trio, composto dai tre fisarmonicisti Michele Bianco, Alberto Nardelli, Pietro Secundo, si esibirà quest’anno sul palcoscenico del cartellone principale del Festival delle Nazioni presentando un programma musicale affascinante, tra trascrizioni e pezzi originali per questo particolare organico. Armonici respiri – questo l’evocativo titolo dell’evento – proporrà musiche di Petri Makkonen, Krzysztof Olczak, Alfred Schnittke, Kimmo Hakola, Gyula Bánkövi e Vyacheslav Semenov (Montone, Chiesa San Francesco, 26 agosto).

Si misureranno con le musiche di Beethoven, Casella, Ravel e Ada Gentile i musicisti del Trio Aeonium – gruppo anch’esso segnalatosi al Concorso Alberto Burri 2022, composto da Cristina Papini al violino, Silvia Maria Gira al violoncello e Andrea Napoleoni al pianoforte – che, nel concerto intitolato Serene ombre, presenteranno anche la prima esecuzione italiana di una composizione di Girolamo Deraco (San Giustino, Cortile Castello Bufalini, 27 agosto).

Uno dei filoni sul quale si svilupperà il programma del Festival è l’attenzione ai giovani musicisti italiani che si stanno affermando in questi anni nel panorama internazionale. In questo contesto si inserisce il concerto Il suono italiano da Bach a Schnittke, che vedrà protagonista il giovane violinista Giuseppe Gibboni, classe 2001, vincitore del Concorso Internazionale Niccolò Paganini 2021, quarto italiano nella storia ad aggiudicarsi il prestigioso premio. Il talentuoso artista interpreterà alcuni brani di Bach, Ysaÿe e Alfred Schnittke oltre ad alcuni dei Capricci di Nicolò Paganini (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 28 agosto).

Di grande interesse anche il programma musicale proposto dal Trio Rigamonti: la formazione composta da Mariella Rigamonti al violino, Emanuele Maria Rigamonti al violoncello e Miriam Rigamonti al pianoforte volgerà Uno sguardo al passato eseguendo musiche di Giorgio Federico Ghedini e Felix Mendelssohn Bartholdy accanto a una composizione in prima esecuzione assoluta di Francesco Cerrato che omaggerà le musiche dello stesso Ghedini (Monte Santa Maria Tiberina, Castello Bourbon del Monte, 29 agosto).

Spicca poi l’originale presenza dell’Atse Tewodros Project per un’iniziativa coordinata dalla scrittrice e performer Gabriella Ghermandi (italiana di origine etiope), che presenterà al Festival in prima italiana alcuni brani musicali della musica tradizionale etiope, combinati in stile jazz, includendo anche canzoni della resistenza etiope cantate durante la guerra contro l’esercito italiano. La performance prevederà interventi narrati dalla stessa Ghermandi con riferimenti a poeti e storici che hanno composto i testi di canti tradizionali. Questo progetto prende come simbolo l’imperatore Tewodros, il primo sovrano che diede all’Etiopia la possibilità di modernizzarsi nel rispetto delle sue tradizioni. In modo simile, il progetto Atse Tewodros intende rispettare la musica tradizionale etiope aprendola al dialogo e allo scambio per ricreare un viaggio musicale tra Etiopia e Italia (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 29 agosto).

Sarà divertente riascoltare, nel concerto Vecchia Italia. La musica italiana degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta nell’interpretazione della Papillon Vintage Swing Band: il gruppo composto da sei musicisti proporrà alcuni dei brani più amati della canzone, da Quel motivetto che mi piace tanto a Nel blu dipinto di blu, passando per Baciami piccina, Bellezza in bicicletta e tanti altri successi intramontabili. Il sound sarà quello ‘autentico’, ricreato attraverso l’intelligente uso di strumentazione d’epoca (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 30 agosto).

C’è attesa per il concerto di Alborosie, pseudonimo di Alberto D’Ascola, cantautore e beatmaker italiano naturalizzato giamaicano, da anni trasferitosi in Giamaica per confrontarsi con la cultura reggae e rastafari. Nel 2011 viene nominato nella categoria Best Reggae Act ai M.O.B.O., gli award più importanti per la black music, e a ottobre dello stesso anno trionfa sul palco di Glasgow, vincendo il premio Best Reggae ACT. In questo modo Alboroise diventa il primo artista bianco a vincere un premio dedicato alla musica black (Città di Castello, Formula Uno Disco, 31 agosto).

Da sempre considerata una delle iniziative più preziose del Festival delle Nazioni, il progetto Itinerari didattici musicali presenterà il suo concerto ‘finale’ – coronamento del percorso formativo svolto durante l’anno scolastico – nell’ambito del cartellone degli eventi collaterali: l’Orchestra e i solisti della Scuola secondaria di I grado a indirizzo musicale Alighieri – Pascoli si esibiranno al fianco della flautista Luisa Mencherini, del violinista Claudio Becchetti e del chitarrista Stefano Falleri, con la partecipazione straordinaria del duo pianistico Alberto Miodini e Pierpaolo Maurizzi per eseguire alcune pagine tratte dal repertorio popolare e tradizionale tifernate. In programma anche Fratello Sole e sorella Luna di Riz Ortolani, il brano composto per l’omonimo film di Franco Zeffirelli del 1972, che sarà proposto nell’orchestrazione di Antonio Rossi (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 1 settembre ore 18.00).

Il duo pianistico composto da Alberto Miodini e Pierpaolo Maurizzi proporrà Mahler e Casella: un’amicizia, un programma di grande interesse che vuole rendere omaggio ad Alfredo Casella e all’importanza che ebbe nella vita musicale d’Italia nei primi decenni del secolo, con il suo impegno a far sì che il nostro Paese entrasse in contatto con un più vasto contesto culturale e con le esperienze artistiche che si andavano facendo in Europa. In particolare, in questa occasione il duo eseguirà i suoi Quattro film musicali per pianoforte a quattro mani e, a testimonianza della passione di Casella per Gustav Mahler, la Settima Sinfonia del compositore austriaco nella trascrizione per pianoforte a quattro mani dello stesso Casella (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 1 settembre).

Prestigiosa è poi la presenza dell’Orchestra Filarmonica Italiana, una delle più importanti compagini orchestrali italiane, da diversi anni in residenza artistica presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano. Nel concerto Suggestioni di oltremare, la formazione diretta da Stefano Seghedoni ci consentirà di ascoltare alcuni brani sinfonici dei primi decenni del Novecento firmati da autori poco noti come Elena Barbara Giuranna, Adriano Lualdi, Guido Pannain, Francesco Santoliquido, ma anche di un capolavoro di grande impatto come la Nona Sinfonia in mi minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 2 settembre).

Prosegue la felice collaborazione del Festival con le istanze artistiche più importanti del territorio: è il caso della Filarmonica Giacomo Puccini, ‘storico’ complesso bandistico tifernate che sarà guidato dalla bacchetta del suo direttore Nolito Bambini: il programma musicale dell’esibizione sarà dedicato al repertorio per banda del primo Novecento (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 3 settembre).

Sempre nel contesto della valorizzazione dei giovani ma già acclamati musicisti italiani, il palcoscenico del Festival accoglierà l’assolo pianistico di Alexander Gadjiev. Il pianista goriziano, classe 1994, classificatosi al secondo posto ex aequo del prestigioso Concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia 2021 – l’ultimo vincitore italiano fu Maurizio Pollini nel 1960 – proporrà Antichi modelli per una moderna spiritualità, un suggestivo programma musicale con pagine di Bach, Chopin e Respighi che si concluderà con i Quadri di un’esposizione di Musorgskij (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 3 settembre).

Sarà interessante ascoltare in un unico programma – Note d’amore – due pezzi per trio con pianoforte molto differenti tra loro, il Primo Trio di Robert Schumann e il Trio in la maggiore di Ildebrando Pizzetti: ad eseguirli una delle formazioni giovanili più apprezzate, il Trio Hermes composto da Ginevra Bassetti, Francesca Giglio e Marianna Pulsoni (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 4 settembre).

Chiuderà il programma la prima esecuzione assoluta di Ciondolino, racconto musicale su libretto di Enrico Paci liberamente ispirato all’opera omonima di Luigi Bertelli, in arte Vamba, con la musica del compositore Stefano Garau su commissione del Festival delle Nazioni: l’inedita produzione coinvolgerà musicisti professionisti ma anche il sistema scolastico musicale di Città di Castello, con l’obiettivo di offrire ai giovani un’occasione di inserimento in una produzione di teatro musicale. Sul palcoscenico si esibiranno infatti il Coro di voci Giovanili Octava Aurea, il Coro di Voci Bianche felciniane in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini e l’Ensemble strumentale della Scuola Comunale di Musica Giacomo Puccini. Dirige Mario Cecchetti. Enrico Paci sarà anche voce narrante dello spettacolo, mentre Veronica Marinelli si distinguerà come soprano solista (Città di Castello, Chiesa San Domenico, 7 settembre).

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