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Brunello Cucinelli acquisisce la Sartoria Eugubina

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L’azienda di Solomeo ha annunciato poche ore fa l’acquisizione della Sartoria Eugubina e delle sue 70 maestranze. Il sindaco Stirati commenta l’acquisizione della Sartoria Eugubina e ne ripercorre la storia: “Fondamentale il nostro apporto per far sì che l’azienda non chiudesse”.

“Siamo particolarmente contenti di questa notizia – sottolinea Stirati – e del lieto, lietissimo fine di una storia partita più di otto anni fa, che ci ha visto quale parte attiva, anzi, vorrei dire interlocutori indispensabili, in una fase in cui l’azienda era sostanzialmente arrivata al capolinea. Ricordo bene le dipendenti e le operaie arrivate sotto alle finestre di Palazzo Pretorio, disperate per una fine che era sostanzialmente segnata, e la mia telefonata a Rudy Severini, svegliato nel cuore della notte in America Latina, perché la storia di quella importante realtà manifatturiera non finisse. Da quella telefonata, e dal fattivo impegno di Severini, che oggi saluto con molto affetto e stima ringraziandolo per quanto fatto, è potuta ripartire questa bella storia. Naturalmente oltre a Severini sono intervenuti anche molti altri soggetti e istituzioni, dalla Regione dell’Umbria, a Gepafin, a diversi istituti bancari e alle stesse dipendenti, che hanno contribuito a salvare l’azienda diventando socie della stessa e facendo sì che oggi possiamo salutare con entusiasmo l’inizio di una nuova pagina. L’arrivo di Cucinelli a Gubbio è un fatto di straordinario valore, non solo economico ma anche culturale: la storia di quella “piccola gemma”, così viene definita dallo stesso Cucinelli la “Sartoria Eugubina”, è la storia di un artigianato genuino, prezioso, unico, portato avanti da “mani sapienti”. E nel percorso che oggi ci porta a festeggiare questo nuovo inizio ritengo sia stato fondamentale aver salvato il corso di moda dell’ex Ipsia, custode e in gran parte anche origine di quella manualità preziosa e di quell’eccellenza sartoriale di cui parla Cucinelli, un patrimonio da coltivare, salvaguardare e sul quale puntare per costruire un futuro economico, lavorativo, culturale all’insegna del bello e del made in Italy: immaginiamo un polo dell’abbigliamento di elevato profilo e percorsi formativi che garantiscano maestranze dalle mani sapienti anche per le prossime generazioni”.

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