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“Confondere la conoscenza con l’accumulo di notizie”, così TLON ci invita ad informarci di meno e studiare di più

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“Capita anche a te di aggiornare compulsivamente le home dei quotidiani, in piena dipendenza da tutta la guerra minuto per minuto?” è il quesito con cui TLON apre una discussione sulla propria community Facebook.

TLON, stando a Borges ed alla definizione che ne danno gli stessi fondatori, è un pianeta immaginario. Il progetto TLON di Maura Gancitano ed Andrea Colamedici è anche altro e, tra le tante altre cose, è una Scuola di Filosofia e Immaginazione permanente.
Sicuramente TLON è anche un invito quotidiano alla riflessione su concetti vari che ci aiuta a destreggiarci nell’overbooking di informazioni che ci soffoca o addirittura rischia, almeno a volte, di indurci a banalizzare temi appropriandoci di citazioni e slogan che diventano virali online e fra le pagine dei social.

Lo spirito critico, infatti, è merce sempre più rara e ognuno di noi tende ad abbandonarsi alle acque di un fiume di informazioni inesauribili, che vede anche delle fasi di piena frequenti e straripa di fronte ai temi cosiddetti caldi. Siamo in grado di nuotare in questo fiume? Sappiamo scegliere gli appigli giusti ai quali aggrapparci? Oppure, subiamo questo tutto-ed-il-suo-contrario, rischiando di cadere in un paradosso secondo cui più mi informo e più sono disinformato? Tralasciando poi il disagio psicologico che deriva dal continuo bombardamento di notizie, spesso tragiche.

TLON interviene con un post su Facebook, invitandoci a considerare che “il mero accumulo di informazioni non produce conoscenza. Anzi: “l’abuso d’informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla”, come ha detto Carmelo Bene. Ecco perché consigliamo di informarsi meno e meglio, e di studiare di più“.

In questi giorni, il conflitto in atto tra Ucraina e Russia ci ha ancor più indotti verso tipi di comportamento opposti: c’è chi subisce enormemente il senso di pressione dato dalle notizie continue sulla guerra e finisce per chiudere del tutto gli occhi o c’è chi cerca “conforto e giustificazione attraverso l’accumulo di aggiornamenti“. La sensibilità individuale ci porta a reazioni diverse, alcune che fanno discutere, come quella che ci imprigiona nella necessità di dover per forza partecipare al dolore collettivo apportando il nostro contributo in maniera esplicita ed evidente, magari attraverso dichiarazioni che, tuttavia, a volte risultano quantomeno maldestre.

Si parla di FOMO (Fear of Missing Out) per intendere quella paura di essere tagliati fuori, di rimanere indietro o di “perderci pezzi essenziali su quel che succede intorno a noi“. Timore, questo, che viene sfruttato dai media che approfittano del “nostro bisogno compulsivo di informazione, contribuendo a diffondere l’ignoranza a scapito della conoscenza“.

L’abuso di informazione dilata l’ignoranza con l’illusione di azzerarla“, TLON cita Carmelo Bene e poi ci invita a prenderci del tempo, a rallentare, che di questi tempi appare come un lusso e come un rischio. “E’ fondamentale prendersi il tempo di indugiare, di approfondire nei libri, di andare a fondo. Di lasciar maturare le idee, senza confondere la conoscenza con l’accumulo di notizie“. Perché per comprendere davvero un’informazione, è necessario poterla collocare in un contesto più ampio.

TLON conclude porgendoci il guanto della sfida sociologica di Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, secondo cui: “l’informazione è una materia prima che la conoscenza deve integrare e padroneggiare, che deve essere costantemente rivisitata e riveduta dal pensiero“.




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