Riceviamo e pubblichiamo | In questo articolo-ricordo, le figure di alcuni centauri eugubini e le vicissitudini di una moto prototipo.
di P.N.S.

“Il motociclo di cui trattiamo in questo articolo-ricordo venne acquistato nel periodo che vide il tracciato di Gubbio-Madonna della Cima non solo protagonista del “Trofeo Luigi Fagioli”, ma pure del “Trofeo Eros Guidi”. Indetta dal “Motoclub Lamberto Marchetti”, la gara di velocità in salita riservata alle due ruote era dedicata ai due personaggi eugubini ricchi di talento e rimasti nei cuori di chi ha vissuto gioventù e sport dal dopoguerra fino agli anni ’70 nella nostra città: Eros Guidi e Lamberto Marchetti, entrambi scomparsi giovanissimi in incidenti stradali.

L’acquirente e proprietario Carlo Nuti (il Nutella), grande appassionato ed interprete di un motociclismo in voga allora, quello da talento naturale! L’Officina di Luigi Marinetti era il punto di riferimento per le moto di grossa cilindrata e concessionaria dell’icona italiana Ducati.

Il modello era il famosissimo Pantah 600 SL , vincitore nelle gare su pista con il Campionato della categoria TT2 ed in salita con il Trofeo della Montagna. Competizione quest’ultima, che vedeva nel campione italiano Mauro Piano la sua espressione massima come pure nel pilota eugubino Fausto Rogari, che vincitore abituale nella gare di casa, dette in una edizione addirittura 8 secondi di distacco allo stesso campione in carica della TT2.
Il progetto del modello era meraviglia del leggendario ing. Fabio Taglioni della casa bolognese di Borgo Panigale e vedeva nella sezione del motore Cosworth da F1 le proprie misure vincenti. Questa opera d’arte a due ruote fu la prima della lunga serie vincente che ancora vediamo nelle gare, ancora oggi, a più di 40 anni di distanza.
Carlo, sapeva perfettamente cosa avrebbe acquistato e dotò il suo modello di un look più consono alle proprie caratteristiche di guida sportiva. Lui stesso, eccellente in stile e guida su strada, entrò in contatto sul mitico “Bottaccione” con il sopracitato campione Mauro Piano, il quale provò sul tracciato la moto di Nuti, sentenziando dopo la verifica con un: “..Questa è nata bene!!”.
E sì, perché negli anni ’70/’80 le officine predisposte agli assemblaggi, godevano del beneficio della mano d’opera in gran parte, ed ecco che le moto conseguentemente, ne uscivano con rendimento sensibilmente diverso per unità. Grande “Nutella” ad aver creduto in questo modello sin dall’inizio e numerosi sono gli aneddoti di lui in sella a questo mostro a due ruote. Ne raccontiamo un paio.
Ad un gran premio di Misano di quegli anni gli rubarono la tuta in pelle, tolta per il gran caldo della giornata. Il destino volle che il viaggio di ritorno lo fece sotto pioggia e grandine, praticamente nudo, con le continue imprecazioni che si possono immaginare dato il carattere sanguigno che fu del nostro simpatico motociclista eugubino.
Sul tracciato di Gubbio – Madonna della Cima si svolgeva la famosa competizione la prima domenica di settembre o perlomeno appena dopo il Trofeo Fagioli per sfruttare la messa in posa della balle di paglia e contenere così i costi. Come non ricordare le animosità dei “nostri centauri di casa” come Luca Salciarini (anche lui su Ducati Pantah) e Luca Fecchi, autentici funamboli del manubrio e di tutti coloro che passavano la settimana antecedente la gara, ad ammirare ciò che succedeva in quella gola appenninica con la messa a punto dei motori. Quel giorno Carlo ingaggiò un estemporaneo confronto con un pilota della 50cc, e non ci stava che quel bolide di 45 kg gli si fiondasse ripetutamente innanzi. Nelle sequenze delle curve sopra il “Curvone” vide letteralmente quasi appoggiare le minuscole ruote della “zanzara 2 tempi” su quelle di un camion che veniva in senso opposto, non frutto di spericolata condotta, ma di una sapienza di guida fuori dal comune. Quel giorno affermò che riuscì difficilmente a togliersi di dosso quel sibilo da dietro la sua ruota posteriore. Il traffico in quegli anni era diverso, meno intenso, e le autorità cercavano di essere più tolleranti per via della competizione della domenica a venire. Ma gli standard di sicurezza non erano maturi per quella disciplina tanto bella quanto pericolosa, che a breve venne interrotta altrove a causa di alcuni tragici incidenti che ne seguirono. La regola purtroppo vuole che “non sia mai abbastanza” la cautela negli sport di velocità, e sia questo da monito per tutti gli sportivi a due ruote, di lasciare sempre e ovunque “collegato il cervello alla manopola destra”.

La Ducati di Carlo Nuti fu poi ceduta a Silvano Pauselli (il Baffino), anche lui grande appassionato e buon manico da motociclista su strada, fuoristrada (Regolarità Competizione) e minimoto, con quest’ultime arrivando addirittura a confrontarsi estemporaneamente sul circuito “5COLLI” di Gubbio con il futuro campione del mondo di Moto GP Valentino Rossi (allora 11enne e già bambino prodigio). Il Baffo era anche grande amico di Carlo Nuti, e per questo quasi a tramandarne l’amore per le due ruote con la acquisizione del mezzo.

Il Pantah venne poi aggiornato per gare in salita moto d’epoca nel 2012, ma non poté vedere la bandiera a scacchi per via dei gravosi impegni lavorativi di Silvano che però intanto fece qualche apparizione su di altre moto di minor cilindrata (125cc), sempre nella categoria Moto d’epoca. Insomma si stava preparando per un futuro Campionato della Montagna o Rievocazioni Storiche che si svolgono in molte parti d’Italia, quando il destino ha deciso diversamente pure per lui. La moto oggi in eccellenti condizioni per la gelosa custodia ed i suoi brevi trascorsi chilometrici, cerca la sua giusta collocazione, e cioè tra le mani di un pilota vero che ne sappia amare la propria storia e le grandi qualità.”