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Paola Tellaroli vince il Premio Pieve Saverio Tutino 2023, ideato per raccogliere le memorie della gente comune

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Paola Tellaroli Vince l’edizione 2023 del Premio Pieve Saverio Tutino
Una menzione speciale ai diari di Ettore Piccinini e Maria Anna Rold

E’ nel 1984 che il giornalista e scrittore Saverio Tutino fonda l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, comune della Valtiberina in provincia di Arezzo.
L’idea è quella di raccogliere le memorie e i diari della gente comune in un archivio che ormai conserva più di 9000 storie e attraverso un concorso, il Premio Pieve, oggi a lui intitolato. Porta il nome del giornalista, scomparso nel 2011, anche il Piccolo Museo del Diario, fondato nel 2013 proprio a Pieve Santo Stefano.

L’Archivio Diaristico Nazionale ospita memorie e documenti di rilevanza storica e pubblica sotto forma di diari ed epistolari liberamente donati, compresi i diari di Saverio Tutino stesso, donati dalla famiglia nel 2020 e contenenti gli appunti scritti tra il 1969 e il 1983, nei quali il giornalista racconta le proprie esperienze di corrispondente nella Cuba di Fidel Castro o durante la Guerra Fredda.

Il Premio Pieve Saverio Tutino è giunto alla sua 39esima edizione, che si è conclusa il 17 settembre con la presentazione degli otto finalisti e la premiazione di Paola Tellaroli, vincitrice col suo diario “Tutta la polvere del mondo in faccia”. La giuria ha riservato una menzione speciale anche ad altri due diari, “Quando saremo di nuovo uomini” di Ettore Piccinini e “La via della vita” di Maria Anna Rold.

Il Premio Pieve si è articolato in varie giornate ricche di appuntamenti fino a giungere alla manifestazione conclusiva, presentata dal critico musicale Guido Barbieri, nel corso della quale Mario Perrotta, Paola Roscioli e Andrea Biagioli hanno dato lettura di alcuni passi dei diari finalisti, sulle note di Vanni Crociani, pianoforte e fisarmonica e Giacomo Toschi, al sax. Presenti anche alcuni degli autori dei diari e i parenti di quelli venuti a mancare. Alcune delle opere, infatti, portano la firma di persone che hanno vissuto un tempo lontano, il cui eco è giunto fino a noi proprio grazie a quelle pagine scritte in periodi complicati di guerre e sofferenze. Talvolta, come nel caso dell’epistolario di Vittoria Cerisola e Edoardo Guelfi si tratta di un passato fatto di sacrifici, nei primi anni ’50 del Novecento, quando si era costretti a cercare fortuna all’estero e lasciare la famiglia in Italia.

Sono stati scritti durante il 1944-’45, invece, proprio i due diari ai quali la giuria ha assegnato la menzione speciale: Ettore Piccinini, deportato in Germania subito dopo l’8 settembre, racconta un’odissea lunga due anni e Maria Anna Rold racconta della partenza per Vienna avvenuta subito dopo l’armistizio del ’43, sull’onda della speranza in un futuro migliore e di fronte alla promessa di un lavoro sicuro. Tuttavia, anche Maria Anna si scontrerà con una realtà ben più dura e amara.
Vincenzo Calizia è un altro autore che ci restituisce ricordi di guerra con le sue memorie, raccolte dal 1914 al 1920, mentre un altro diario, quello di Ada Maestrale, racconta di un viaggio avventuroso in Sud America fatto nel 1979 al fianco di due amiche, con pochi soldi in tasca e una grande voglia di scoperta.
Lino ha messo nero su bianco gli accadimenti di 7 anni trascorsi fra alti e bassi, fra la professione di avvocato e i ricoveri seguiti alla diagnosi di disturbo borderline. Solange Van Ingen ha reso parte integrante della terapia la scrittura del suo diario, che raccoglie gli eventi trascorsi durante un’infanzia dolorosa, passando per una ritrovata pace per poi trovarsi di nuovo a fare i conti con la propria vita precedente. Durante l’adolescenza e per rinascere donna, Solange deve rompere il guscio e guardare negli occhi un passato che fa male. Vorrebbe invece sparire e fa così esperienza di disturbi alimentari, che la segnano come fanno anche gli episodi violenti di razzismo e pregiudizio che subisce.
Paola Tellaroli, la vincitrice del Premio Pieve Savario Tutino 2023, ci consegna pagine intense che raccontano di una vita perfetta, vissuta a tutta velocità, fino a quello che lei stessa definisce “lo schianto”: nel 2017 Paola ha un ictus ischemico, che la paralizza e la costringe a una battuta d’arresto di ogni progetto. Anche Paola rinascerà e il suo diario, che racconta cinque anni di fiato sospeso nell’attesa della guarigione, si conclude nell’ottobre 2022, alla vigilia di un viaggio in Amazzonia atteso per tanto tempo.

Al Premio Pieve ne è legato anche un altro, il Premio Città del Diario, quest’anno assegnato a Ezio Mauro. Il giornalista ha ricevuto il riconoscimento, che consiste in un diario dalle pagine bianche: un invito ma soprattutto un omaggio a un uomo che si è già ben distinto per il proprio lavoro sulla memoria.

L’opera iniziata da Saverio Tutino a Pieve Santo Stefano rende ancora più chiara l’importanza delle memorie del singolo, per ricostruire la storia collettiva. Il diario, poi, spesso restituisce scenari intimi e spietatamente sinceri proprio per la sua natura di opera non destinata a un gran numero di lettori.

Sicuramente, la scrittura in ogni sua forma è un’àncora di salvezza e lo dimostrano le opere degli otto finalisti del Premio Pieve 2023. La scrittura serve a soffiare via dall’animo fardelli troppo pesanti, spargerli nell’aria per poi dargli un ordine sul foglio bianco.
Dopo aver fatto ordine, ognuno trova le soluzioni giuste per sé, per rimettersi in piedi. La vincitrice Tellaroli, parlando del viaggio tanto atteso, scrive: “Perché l’antidoto migliore per me è e resterà sempre avere tutta la polvere del mondo in faccia”.

Citando Guido Barbieri: “Saverio, se fosse qui, direbbe: se non è letteratura questa!”

La manifestazione conclusiva e la premiazione del Premio Pieve Saverio Tutino 2023 è stata trasmessa in differita anche su RaiRadio3 ed è possibile vedere la registrazione video dell’evento sulla pagina Facebook ufficiale dell’Archivio dei diari (https://www.facebook.com/archiviodiari) o cliccando qui.

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