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Lisippo, l’Atleta di Fano, non ha ancora concluso il suo viaggio: da Gubbio a Malibu, potrebbe tornare in Italia

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È tornata di stretta attualità in questi giorni la vicenda del cosiddetto “Atleta di Fano”, la statua bronzea attribuita su base esclusivamente stilistica allo scultore greco Lisippo, ripescata nel mare Adriatico il 14 agosto 1964 e che ha avuto una lunga e importante parentesi a Gubbio. Pochi giorni fa una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che “l’Italia ha tutto il diritto di confiscare e chiedere la restituzione della statua di bronzo dell’atleta di Fano” agli Stati Uniti d’America.
Dal 1977 infatti, la statua è esposta nella villa Getty a Malibu, in California, dove terminò un tortuoso viaggio iniziato pochi giorni dopo il ritrovamento dei pescatori fanesi. Secondo quanto ricostruito nel corso di questi decenni in indagini e processi, la statua venne acquistata pochi giorni dopo il ritrovamento, da Giacomo Barbetti, un antiquario eugubino dall’occhio buono, che ebbe in prestito la somma di 3 milioni e mezzo di lire necessarie dal cugino, l’industriale del cemento Pietro. La statua arrivò a Gubbio e venne occultata nell’abitazione del sacerdote don Giovanni Nagni, in via di Porta Romana, al Crocifisso.
Tra il 1965 e il 1970 i protagonisti eugubini di questa vicenda finirono nei guai per ricettazione, ma alla fine vennero assolti perché senza la statua, mai ritrovata dai carabinieri nelle perquisizioni effettuate, si dubitò perfino della sua esistenza oltre che del suo valore artistico.
Da quel momento inizia un lungo giro del mondo del prezioso reperto, finito prima in Brasile, spedito al missionario frate Leone in una cassa che conteneva libri e medicinali. In Sud America la statua viene venduta a un antiquario tedesco per una cifra tuttora sconosciuta. Questi la riporta in Europa, a Londra e poi a Monaco di Baviera. Infine la trattativa con Paul Getty Senior che si concluderà solo nel 1977 per 4 milioni di dollari e il, per il momento definitivo trasferimento nel museo di Malibu.
I processi dei primi anni duemila intentati dallo Stato italiano nei confronti dell’istituzione culturale americana con l’accusa di esportazione illegale di opere d’arte, non hanno mai portato ai risultati sperati, cioè al ritorno in Italia della preziosa statua. L’incertezza sul luogo del ritrovamento in Adriatico (si parla anche di acque territoriali croate) ha fino ad oggi dato ragione al museo Getty, ma la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani segna un punto a favore dell’Italia e di Fano in questa lunga battaglia legale per ottenere la restituzione. Nella città marchigiana c’è ottimismo e si pensa già al luogo dove collocare la statua quando verrà restituita. Anche se prima di cantar vittoria e arrivare alla confisca, ancora ce ne corre e bisognerà passare per altri gradi di giudizio di corti americane.

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