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Centrosinistra ancora in ordine sparso alle prossime elezioni regionali? La risposta di Liberi e Democratici alla lettera di Presciutti

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La guerra intestina che da anni lacera il centrosinistra eugubino esplode ancora più violenta dopo la durissima lettera di dimissioni di Massimiliano Presciutti dall’incarico di commissario del PD locale. Liberi e Democratici risponde e sottolinea la necessità del partito di ritrovare coesione: “prima di parlare di ricostruzione della sinistra a Gubbio, il PD deve risolvere le sue divisioni interne”. Il centrosinistra rischia nuovamente di presentarsi con tanti candidati che pescano nella stessa area, correndo il rischio di non avere nessun eletto.

Carissimi tutti, mai avrei pensato di dover scrivere queste parole”. Inizia così la lettera di dimissioni di Massimiliano Presciutti dall’incarico di commissario del PD eugubino. Il sindaco di Gualdo Tadino, designato dal segretario regionale Bori per cercare di riappacificare, usa parole durissime per spiegare la sua rinuncia mettendo tutto il centrosinistra davanti ai propri errori, culminati con la storica sconfitta elettorale nelle recenti elezioni amministrative comunali. “Mentre il sottoscritto incontrava persone interessate a dare una mano alla ricostruzione del Pd – scrive Presciutti – c’era chi scientemente continuava serenamente a discutere di articoli e commi dello statuto, di 200 voti mancati nelle scorse elezioni regionali, di grandi strategie che ai cittadini interessano talmente tanto che hanno ben deciso di consegnare la città nelle mani della destra”. E prosegue l’ormai ex commissario del PD eugubino: “Ma evidentemente, il mio approccio aperto, trasparente, costruttivo, umile e disinteressato era troppo o troppo poco, per quel manipolo di ‘statisti eugubini’, che somigliano molto al giapponese che dopo 20 anni dalla fine della guerra ancora era alla ricerca di un nemico”. E poi ancora più duro: “Della serie, mentre il popolo dà segnali netti ed inequivocabili che dovrebbero far sobbalzare sulla sedia chi pensa di essere a vario titolo un dirigente politico, c’è chi sceglie di rimanere a suonare come l’orchestrina del Titanic una musica che gli eugubini ma tutto il popolo del centro sinistra in generale non vuole più ascoltare e ai cui interpreti e protagonisti ha dato lo sfratto dopo 78 anni di storia repubblicana nella città dei 40 Martiri”.

Presciutti, dopo aver annunciato le sue dimissioni augura buon lavoro “a chi vuole continuare a pescare nel torbido sempre e comunque, tenendo i piedi su più staffe per mero interesse personale, buona lettura dello Statuto del Pd e mi raccomando continuate a fare festa quando si continuano a perdere pezzi e risorse umane e politiche, del resto la cifra di quello che siete e rappresentate è sotto gli occhi di tutti”.

Evidentemente i segni lasciati dalle recenti elezioni comunali, che hanno visto il centrosinistra non solo perdente ma escluso addirittura dal ballottaggio, sono tutti lì. E non si sono affatto affievoliti, anzi sono ancora più evidenti. La parola d’ordine è ancora cercare chi è il responsabile senza guardare avanti: questa l’occupazione principale del centrosinistra locale negli ultimi 23 anni, dalla elezione di Orfeo Goracci nel 2001; questo l’impegno costante delle tante anime dei Democratici di Sinistra prima e del Partito Democratico poi. Nell’ultimo decennio, dopo la sciagurata esperienza di quello che oggi si potrebbe definire “campo larghissimo” culminata nel 2013 con la caduta del sindaco Diego Guerrini e l’arrivo del commissario prefettizio, questa lacerazione del centrosinistra è stata soltanto mascherata dai due successi elettorali di Filippo Mario Stirati.

Prima di parlare di ricostruzione della sinistra a Gubbio – si legge in una nota diffusa da Liberi e Democratici – è indispensabile che il PD locale trovi una sua coesione interna. Non possiamo parlare di ricostruzione della sinistra se il PD stesso non riesce a ritrovare la propria unità. È evidente che prima di poter includere altre esperienze politiche, come quelle civiche, il PD deve risolvere le sue divisioni interne. Solo una volta raggiunta una vera unità sarà possibile accogliere altre esperienze, come quelle civiche che, negli ultimi dieci anni, hanno mantenuto la città governata da una sinistra coerente e autonoma”.

Naturalmente l’attenzione dei LeD è soprattutto rivolta agli ex PD che hanno sostenuto la candidatura di Rocco Girlanda alle ultime comunali: “Non è possibile che chi ha contribuito a un risultato elettorale disastroso venga oggi reintegrato senza una seria riflessione sul ruolo politico che ha giocato nella sconfitta. Negli anni, proprio a causa di certe logiche interne alla segreteria del PD, molte persone che avevano contribuito alla costruzione del partito si sono allontanate, dando vita proprio a quelle forze civiche che oggi vengono guardate con sospetto o addirittura con il desiderio di estinzione, pur nel tentativo di riassorbirle. Questo atteggiamento, oltre a essere offensivo, dimostra una scarsa comprensione del valore che tali esperienze hanno rappresentato per Gubbio. Le esperienze civiche, come Liberi e Democratici e Città Futura, non devono essere denigrate né considerate un problema. Il nostro movimento ha rappresentato e rappresenta una delle maggiori forze progressiste presenti in città”.

L’attenzione ora è già tutta rivolta alle prossime elezioni regionali di metà novembre. “Il nostro obiettivo – dice ancora la nota di Liberi e Democratici – è sostenere una vera rinascita della sinistra in Umbria, che passi attraverso un forte sostegno alla candidatura di Stefania Proietti come Presidente della Regione, affinché possa riportare dignità a una regione umiliata dall’attuale governo di destra”. E proprio qui sta il nocciolo della questione: il centrosinistra rischia nuovamente di presentarsi con tanti candidati che pescano nella stessa area, correndo il rischio di non avere nessun eletto. La cosa sarebbe gravissima soprattutto se il centrosinistra si dovesse affermare, con la città ancora più isolata, visto che Gubbio non avrà nessun rappresentante neanche nel prossimo consiglio provinciale.

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