Se non con la Festa dei Ceri, Gubbio potrebbe tentare la strada UNESCO con la spettacolare Piazza Grande, magari con altre località umbre, come Perugia e Todi.
Il rapporto di Gubbio con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha avuto uno stop con la nota vicenda legata alla Festa dei Ceri e all’elenco dei beni culturali immateriali, ma la città è comunque riuscita a entrare in questo particolare club insieme ad altre località nel 2021 con la cerca e cavatura del tartufo e recentemente con l’arte campanaria.
Non sarebbe una sorpresa se a breve entrasse a far parte dei beni culturali immateriali anche la Processione del Cristo Morto, inserita insieme ad altre 24 manifestazioni italiane nell’associazione denominata “Euro passione per l’Italia”.
Certo, l’elenco principale dei siti Unesco è tutt’altra cosa per la visibilità e la fama che offre ai luoghi che hanno la fortuna di esservi ammessi. Dopo un iniziale dibattito che negli anni Ottanta animò il confronto politico cittadino, l’idea di candidare Gubbio con i suoi luoghi più iconici tramontò e venne poi soppiantata dal tentativo della Festa dei Ceri. Sappiamo bene come è andata a finire.
Periodicamente riprende quota l’idea di proporre le Tavole Eugubine, ma purtroppo questa candidatura sarebbe senza possibilità per due motivi fondamentali: innanzitutto perché tutti i siti inseriti nell’elenco sono appunto dei luoghi e non degli oggetti e poi perché correre da soli senza coinvolgere altre località è diventato sempre più difficile. Si potrebbe proporre un ticket insieme ad altre località, ma purtroppo ad oggi non sono stati ritrovati siti importanti riferiti all’antico popolo umbro.
Piazza Grande e i Palazzi pubblici hanno però le carte in regola per potersi candidare. La caratteristica principale per esserlo resta sempre quella dell’unicità. Un complesso come quello di Piazza Grande è senza dubbio unico nel suo genere: basta guardare le facce dei turisti anche stranieri, quando le guide gli dicono che la piazza sulla quale stanno camminando è sorretta dai grandi archi che poco prima hanno potuto ammirare dal basso, senza rendersi conto però di quanto grande sia lo spazio che vi si apre al di sopra.
Per avere ancora più possibilità, Gubbio potrebbe unirsi ad altre località umbre: Perugia e Todi hanno caratteristiche simili con le loro piazze e i loro palazzi pubblici medievali. E allora, perché non provarci seriamente con un progetto ben architettato e ben sostenuto che possa arrivare al bersaglio grosso. Un progetto così ambizioso e di così ampio respiro sarebbe un modo serio e costruttivo per lasciarsi alle spalle le croniche baruffe chiozzotte che caratterizzano da decenni la società eugubina.